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domenica 31 marzo 2024

Monte Alpi Via del Corvo

Quest'anno pare che l'inverno si sia dimenticato di Monte Alpi, tuttavia per me non è inverno senza andare almeno una volta sulla parete nord del Santa Croce. Sapevamo che si trattava di un mezzo azzardo, ma trovare i canali completamente vuoti al 18 marzo, compreso il Fosso Neviera che storicamente conserva notevoli accumuli anche a primavera inoltrata è stato scioccante. Quest'anno è andata così, accettiamo la realtà e mettiamoci una pietra sopra.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con Gianmarco arriviamo in zona molto presto dato che entrambi abbiamo a disposizione una mezza giornata, io per esigenze di lavoro, lui perché deve partire per Milano. Tuttavia, ai tornanti vicino all'Armizzone, non riusciamo a valutare le condizioni della parete a causa di una fastidiosa nuvolaglia che la avvolge.




Partiti dal rifugio Tellus Mater, ormai fatiscente e completamente abbandonato da tempo, incontriamo le prime tracce di neve solo in prossimità del Fosso Neviera. La parete nord, che a questo punto si svela, ha un aspetto veramente desolante, spingendoci a optare direttamente per la Via del Corvo, l'unica oggi in grado di garantire condizioni minime di innevamento.




La via del Corvo è stato il primo itinerario alpinistico del versante nord di Santa Croce, aperto dai tarantini Francesco D'Ippolito e Mario Lotta nel febbraio 1997. Da allora, sono state tracciate altre 17 vie su questo versante, culminando con l'incantevole "Surprise", aperta da me e Pasquale Buono il 18 aprile 2017. Invece, la mia prima salita fatta in solitaria su questa via risale al febbraio 2014. In definitiva, posso affermare che la parete nord del Santa Croce rappresenta senza dubbio un palcoscenico di notevole bellezza per chi ama le ascensioni in verticale.




Dato che il Fosso Neviera è privo di neve,lo risaliamo fino al punto in cui esso si allarga evitando di conseguenza il sentiero laterale.Tuttavia non risulta la scelta ottimale in quanto troviamo i salti coperti di fango, erba e arbusti fastidiosi che rendono ostica la progressione. Appena possibile, ci spostiamo sulla sponda destra del canale, dove troviamo una neve abbastanza compatta, ancor di più mentre guadagniamo quota fino all'attacco della via. Siamo agevolati anche dalla presenza di tracce lasciate da qualcuno che probabilmente ci ha preceduto il giorno prima, dirette verso la via del Corvo.




All'attacco indossiamo i ramponi ma decidiamo di non legarci perché onestamente, considerando le condizioni non lo riteniamo necessario. Seguendo le lingue di neve continue cerchiamo di evitare le roccette scoperte e l'erba affiorante. Al sole, la neve risulta molliccia, mentre all'ombra è compatta e portante, ben trasformata anche dal vento che soffia da ovest. Nonostante le pendenze importanti, la salita è agile e divertente, mai difficile ma nemmeno banale fino a raggiungere la cresta in prossimità della Timpa Corvo dove termina la neve.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Percorrendo la cresta, raggiungiamo rapidamente la cima del Santa Croce, posta a 1893 metri di altitudine, dalla quale si apre un panorama mozzafiato a 360 gradi. Da qui possiamo ammirare la cima gemella del Pizzo Falcone, il maestoso massiccio del Pollino, il Raparo a nord e il Sirino a ovest. Mentre la "lupa di mare" si insinua nella valle dell'Armizzone, uno spettacolare mare di nubi ricopre le vallate circostanti, lasciando emergere le cime più elevate.




Per la discesa, seguiamo la solita cresta nord del Santa Croce fino a incontrare il sentiero dell'andata presso il Fosso Neviera, proseguendo poi fino al parcheggio del rifugio. Alla soddisfazione della bella salita di oggi si aggiunge anche il piacere di aver accompagnato Gianmarco a scoprire per la prima volta questa splendida montagna, auspicando di ritornarci l'anno prossimo, sperando in condizioni decisamente migliori.




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